giovedì 18 luglio 2013

Il mio pancione

Per la maggior parte dei mesi è stato piccolo piccolo.
Roba che mi presentavo ai corsi per genitori e tutte, ma dico tutte, ce l'avevano più grande del mio.
Poi nemmeno un mese fa è esploso, così di botto. Insieme a dei piedoni modello Fiona che vabbeh non mi rendono grazie ma questa è un'altra storia.
Io il mio pancione lo adoro.
Mi fermo in bagno davanti allo specchio, alzo la maglietta e me lo guardo.
E lui è lì, bello rotondo, e a me piace tantissimo.
Penso a quando le donne portavano abiti larghi per nasconderlo, che sciocchezza.
Io lo so, già mi manca.

venerdì 12 luglio 2013

You are where you need to be

Alla fine di tutto questa è la sostanza del momento che sto vivendo.


Respirare è l'unica cosa da fare. Inizia il conto all'arrovescia amici, Sebastiano (finalmente abbiamo il nome di manina) sta davvero per arrivare e a me e luca non rimane altro che respirare!

lunedì 8 luglio 2013

Di rinunce

Cosa ho fatto in questi mesi?
Ho letto un sacco di libri sull'allattamento, sul portare, sul co-sleeping, sul parto in casa.
Ho frequentato i corsi di coppia.
Mi sono confrontata con altre mamme.
Ho parlato tanto, di manina, con Luca.

E adesso?
Adesso non riesco a non pensare ad altro che a ciò che perdo.
Questo mese sarei potuta essere al festival di Spoleto e in crociera nei fiordi della Norvegia con un fotografo del National Georgraphic. Solo per citare due delle proposte di lavoro a cui ho dovuto dire di no e che più di tutte mi rodono da morire.

E non ce la faccio a concentrarmi sulle cose belle.
Mi sento assolutamente egoista ed evito di parlarne con gli altri per paura che mi saltino alla giugulare.
E mi vergogno a dirlo anche a voi ma è così, non riesco ad accettare che il mio mondo stia per cambiare.
Non riesco ad accettare di aver dovuto rinunciare a viaggiare, la cosa per me più bella che esista.

Poi metto la mano sul pancione e mi sento così tremendamente stupida, egoista, immatura.
E' tutto qui.
Vado a prendere un altro kg di fiori di Bach, sia mai che mi aiutino un po'a superare la fase acuta.



mercoledì 3 luglio 2013

Nasce "partorire in casa" gruppo Fb di confronto fra mamme

Ci sono giorni lenti che portano con se l'idea delle cose e giorni veloci dove tutto accade.
Oggi è uno di quelli.
Da quando sono rimasta incinta ho iniziato a leggere il blog di Federica Di Girolamo abbiamosemprealternative.it e mi è piaciuta da subito perchè in lei ritrovavo i miei stessi interessi verso la gravidanza, il parto e l'educazione in generale.
Piano piano ci siamo conosciute sui social e oggi abbiamo fatto "nascere" insieme un gruppo Facebook dedicato al partorire in casa, un gruppo aperto nato con la voglia di ascoltare e condividere sogni, dubbi e paure sul parto in casa. Senza la convinzione di essere dalla parte della ragione ma con la caparbia di dare a tutte la possibilità di conoscere e sapere per scegliere liberamente.
Se vi va iscrivetevi e venite a chiacchierare nel nostro salotto.



martedì 2 luglio 2013

Partorire in casa in Italia è un lusso

E' un mese che non scrivo.
Ne è passata di acqua sotto i ponti.
Più che altro ne è arrivata di acqua nelle mie gambe e nei miei piedi che non sono più quelli di una persona normale ma sono quelli di Fiona. Sì avete presente la Fiona di Shrek? Ecco quella sono io a parte il verde della pelle.
Come ben sapete è mia intenzione di partorire in casa.


Fino a metà mese sapevo che avrei partorito con le ostetriche dell'ospedale di Reggio Emilia, la mia città.
Ed io e Luca ci sentivamo veramente fortunati a poter partorire in casa con il pubblico perché nella nostra bella Italia le cose non vanno così in tutte le Regioni, a dire il vero non è così nemmeno all'interno della stessa  Regione visto che a Modena in teoria si potrebbe partorire in casa col pubblico ma il problema è che tanto non accettano le richieste, le bocciano tutte.
E questo ci dà l'idea di come sia indietro il nostro Paese.
Un Paese in cui al Sud, in Campania per l'esattezza c'è il più alto numero di cesarei in Europa. E non sono tutti necessari. Sappiamolo.
Il parto in casa permette di rispettare i tempi della madre e del bambino.
E io l'ho scelto fin dall'inizio per questo motivo e mille altri.
Solo che c'è un però. Non potrò più partorire con le ostetriche pubbliche e quindi dovrò ricorrere alle ostetriche private e la Regione mi rimborserà solo la metà dei costi che sosterremo (dai 2500 ai 3400 euro) anche se i costi del parto in casa privato sono simili a quelli che un ospedale sostiene per il cesareo.
Quindi partorire in casa, ad oggi in Italia è un lusso che non tutti possono permettersi.
E inoltre è fatica. Fatica perché devi affrontare la faccia scettica di tante persone che cercano di instillarti mille paure, le loro, così gratuitamente senza che nessuno glielo abbia chiesto. "Ma se fanno tutte così ci sarà un motivo", è che questa frase non la senti solo dire dagli anziani, no, la senti uscire dalle bocche di gente giovane e ti chiedi se improvvisamente gli si sia oscurato il cervello perchè voglio dire, se tutti l'avessero sempre pensata così, non avremmo avuto tante conquiste e un certo genere di musica anche solo per fare un esempio.
Partorire in casa richiede soldi, energie, consapevolezza delle proprie scelte. Bisogna davvero essere convinti che sia la strada giusta per te, per il tuo bambino ed il suo papà.
Perché anche solo presentare la domanda è un impresa. Titanica direi. Tant'è che Luca ad un certo punto ha proposto di chiamare "manina" Ulisse.
Tre volte mi sono recata all'ufficio preposto alla consegna della domanda. Ogni volta mancava qualcosa, una firma, un documento, un timbro. Ma non me lo hanno detto la prima volta tutto insieme, no me lo hanno detto a rate.
Una sorta di caccia la tesoro che oggi forse ha visto la parola fine. Per lo meno, ora i documenti sono nelle loro mani. "Ma signora quanto vuole che pesino questi documenti, se li riprenda pure, li può ancora portare con sè" no così era solo per non tornare ogni volta punto e a capo che son debole, ho gli ormoni che fan le capriole e ogni volta partire da zero è un colpo.